Isola del Giglio

Il mondo che conosciamo è stato completamente stravolto dall’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Fortunatamente, nonostante il dolore per le numerose vittime, sembra che le misure di carattere restrittivo abbiano dato i loro frutti, permettendo ora di riaprire tante attività e di tornare ad una vita quasi normale.

In realtà, però, in Italia ci sono dei luoghi in cui il Covid-19 pare non essere mai arrivato, come ad esempio l’Isola del Giglio: qui, infatti, il Coronavirus non è riuscito a diffondersi come in altre zone. A metterlo in evidenza è stata una ricerca che arriva direttamente dall’Università di Milano, da cui si può intuire come la popolazione che viene nell’isolotto toscano, che si trova in provincia di Grosseto, ha dimostrato di essere notevolmente refrattario rispetto al Covid-19.

Lo screening effettuato sui residenti e i risultati

In seguito ad uno screening che è stato proposto praticamente a tappeto su tutti i cittadini che vivono sull’isola del Giglio, solamente una persona è stata trovata positiva. Tra le altre cose, si trattava di una persona che non ha avuto neppure un sintomo. Chiaramente, da tale studio non si può intuire quali possano essere le regioni di una simile resistenza rispetto al Coronavirus, anche se ci sono diversi sostenitori della tesi secondo cui l’inquinamento ridotto e il clima particolarmente favorevole che si respira nell’Isola del Giglio siano stati due fattori fondamentali per evitare che il Covid-19 potesse attecchire in maniera peggiore.

L’indagine è stata portata a termine nel lasso di tempo che va dal 29 aprile al 3 maggio e ha coinvolto ben 723 persone, di cui 634 residenti presso l’isolotto in provincia di Grosseto e 89 non residenti. Tutte queste persone hanno dovuto affrontare l’esame del tampone, in modo tale da capire se il virus stesse circolando e se fosse presente o meno. Ebbene, come detto, fortunatamente solamente una persona è risultata positiva, ma completamente asintomatica. Tra le altre cose, sembra che tale persona fosse risultata positiva, ma poi fosse rimasta fuori dall’isola e nuovamente rientrata. Di conseguenza, ci sono elevate probabilità che il virus sia stato contratto in un’altra zona e non nell’isola del Giglio.

Uno studio che merita di essere approfondito

Una serie di risultati che ha convinto l’Università di Milano a considerare l’isola come un vero e proprio “case history” che può tornare sicuramente molto utile per valutare e approfondire quelle che sono le principali risposte immunitarie nei confronti di questa epidemia. Uno studio che verrà svolto insieme all’Università di Trento.

Certamente, il quantitativo di persone che si è sottoposto a questo test è piuttosto limitato, anche in virtù del fatto che l’estensione dell’isola è altrettanto ridotta. Al tempo stesso, però, è stato sottolineato anche dall’Università di Trento tramite un apposito comunicato, come le relazioni sociali particolarmente “promiscue” e l’isolamento legato alla stagione invernale, avrebbero dovuto rendere più semplice e rapida la trasmissione del virus. Invece, quello che si è verificato è l’esatto contrario, con una sorta di blocco imposto alla trasmissione degli elementi patogeni.

Tra le ipotesi che stanno circolando nel corso delle ultime settimane su questa resilienza al virus dei residenti dell’Isola del Giglio, troviamo il parere della dottoressa Paola Maria Muti, la coordinatrice dello studio di cui sopra, che ha sottolineato come potrebbero essere le specifiche condizioni ambientali e geoclimatiche, oltre al contenuto tasso di inquinamento atmosferico, ad aver fatto la differenza, in positivo, sulla diffusione del Covid-19.

Fonte: pianetadonne.blog